Mindfulness significa consapevolezza e si riferisce ad un particolare stato mentale, vale a dire esser consapevolmente presenti all’esperienza interna ed esterna (sensoriale e cognitiva) momento dopo momento, in modo non reattivo e giudicante, ma con amorevole gentilezza: la mente semplicemente conosce.

Pertanto, un’attività della mente volta all’indagine penetrativa di ogni fenomeno che giunge all’attenzione della coscienza, sia esse un’attività mentale (pensieri, ricordi, progettualità, immagini) oppure una sensazione fisica (caldo, freddo, torpore, profumo, suono).

Sviluppare la capacità di esser testimoni a se stessi, presuppone che vi sia un osservatore, il quale attraversato per esempio dalla rabbia, semplicemente prende nota dello stato mentale e non ne è sopraffatto.

Essere consapevoli significa non modificare arbitrariamente se stessi o i fatti, in funzione di avvenimenti o giudizi che si hanno nei confronti dell’esperienza, significa non lasciarsi avvelenare dalla ruminazione sul passato e dall’ansia per il futuro, ma considerare tutte le esperienze allo stesso modo, tutti i pensieri allo stesso modo, tutte le sensazioni allo stesso modo, nulla viene soppresso, nulla viene rimosso, la consapevolezza non ha preferenze, è come farsi da parte, sedere, e guardare lo spettacolo, disidentificandosi dalle erronee rappresentazioni del Sé.

Ciò non significa perdere la capacità di discernimento da ciò che è sano e giusto per noi, anzi con la Mindfulness, significa essere in grado di vedere la realtà per come è realmente, in modo più oggettivo, diminuendo progressivamente la valutazione soggettiva, quale causa di sofferenza.

Questa nuova prospettiva riduce esponenzialmente il carico di sofferenza dato dal “desiderio di fuggire e forzare la realtà”, paradosso insito nella sua stessa affermazione, poiché la realtà è per sua stessa natura, mutevole. Lo stesso Freud offre un aiuto alla comprensione dell’utilità di adottare un atteggiamento mindful, riferendosi alla psicopatologia della vita quotidiana, dove atti mancati e lapsus sono esplicativi della tendenza della mente ad orientarsi verso ciò che ambisce e desidera, rispetto a ciò che esiste in quel dato momento, sviluppando così meccanismi difensivi (pattern) disfunzionali: automatismi, pensiero ricorsivo, reattività, evitamento, negazione…

Adottare una modalità mindful, significa partire da una visione più chiara e reale, e rispondendo dunque in modo più appropriato ed efficace alle richieste interne ed esterne, migliora la capacità di problem-solving. Coltivare la consapevolezza è un vero e proprio processo di apprendimento, dove le intenzioni creano le premesse, pertanto l’atteggiamento con cui ci si accosta è determinante.

Adottare sane abitudini mentali di accoglienza, accettazione ed amorevolezza verso l’esperienza e verso noi stessi, sono elementi chiave del cambiamento e le attitudini sulle quali viene posta enfasi, sono: non giudizio, pazienza, mente del principiante, fiducia, non cercare risultati, accettazione e lasciar andare. In studi condotti da Ruth Bear, sull’efficacia e gli effetti della Mindfulness indipendentemente dalla popolazione di riferimento, hanno evidenziato dei cambiamenti e miglioramenti in alcuni costrutti e nello specifico: consapevolezza, capacità di decentramento, flessibilità psicologica, valori personali, regolazione emozionale, compassione di sé, crescita spirituale. Si riscontra inoltre un cambiamento durevole: nella struttura e nel funzionamento del cervello (neuroplasticità) in chi pratica da lunga data, dei meccanismi neuroendocrini, del cervello emotivo e del benessere psico-fisico in generale.

Vuoi conoscere alcuni benefici della Mindfulness nei vari ambiti?

Sul piano PSICHICO la pratica di Mindfulness:

  • aiuta a riconoscere le emozioni, a “sentirle” e localizzarle nel corpo”;
  • migliora la capacità di regolare stati emotivi disturbanti senza mettere in atto fughe difensive o strategie disfunzionali e dannose;
  • permette un maggiore equilibrio emozionale (nel non lasciarsi trascinare dalle emozioni ma poterle “incontrare” e gestire);
  • permette un decremento nella proliferazione delle emozioni negative: le stesse, quando emergono, vengono percepite come meno dolorose ed invasive;
  • aumenta la capacità di mantenere il focus sul presente, senza giudizio e con accettazione verso le emozioni e i pensieri che sorgono nello stato mentale;
  • si è dimostrata significativamente utile nella gestione di molti stati psicopatologici: disturbi alimentari, disturbi d’ansia, attacchi di panico, ricadute depressive;
  • aiuta a sviluppare ed amplificare le emozioni “positive”.

Sul piano COMPORTAMENTALE/RELAZIONALE i benefici della Mindfulness sono molti.

  • permette di aprirsi a tutte le situazioni (piacevoli e spiacevoli) e questo alimenta curiosità, fiducia e disponibilità ricettiva ad esse;
  • aumenta l’apertura mentale priva di pregiudizio alle innovazioni, sviluppa quindi una mente non giudicante che permette di incontrare l’esperienza così come si presenta e valutarla senza etichette stereotipate o luoghi comuni;
  • stimola ad una maggiore attenzione alla “qualità” nella relazione: contenuti, toni emotivi e tempi della comunicazione diventano congrui e finalizzati al “prendersi cura”, al “rispetto” ed a trarre dalla relazione con l’altro beneficio e senso di benessere;
  • sviluppa una rinnovata capacità di ascolto, (profondità, ricettività, apertura); una diminuzione dei pre-giudizi durante l’incontro, (nel vedere l’altro per quello che è); una maggiore disponibilità verso gli altri in genere; una migliore modalità di comunicazione; una maggiore sensazione di connessione con l’altro;
  • permette un maggiore accesso alle possibili risorse interiori ed alle proprie qualità personali, grazie ad un training sostenuto che coltiva la capacità di entrare in contatto con sé stessi a tutti i livelli: sensoriale, mentale, emozionale;

Ecco di seguiti i benefici della Mindfulness, sul piano PROFESSIONALE:

  • sviluppa una consapevolezza che implica una maggiore presa di coscienza di sé e dei meccanismi di risposta automatici;
  • migliora la gestione dei propri stati mentali ed emotivi con evidenti conseguenze nella qualità del lavoro svolto e nella comunicazione con altri;
  • sviluppa un allenamento mentale per poter dirigere e mantenere concentrazione, ricettività e vigilanza anche in condizioni di carichi di lavoro imponenti, superlavoro e stress.
  • sviluppa la disponibilità ad aprirsi verso l’altro riducendo l’attitudine al giudizio/pregiudizio, permettendo di esplorare modalità comunicative di base più orientate verso la gentilezza, la continenza verbale, un maggiore rispetto e pazienza;  aumenta la possibilità di comprensione degli altri e delle loro problematiche poiché stimola e migliora l’innata capacità empatica: di “comprendere” cioè lo stato emotivo di un’altra persona, non di farsene carico;
  • aumenta la capacità di stabilire dinamiche interpersonali sane ed efficaci per un buon team building;
  • mantiene una visione d’insieme ai processi interni sia propri che dell’altro;
  • agevola la leadership permettendo al manager di svolgere il ruolo di capo con assertività ed umanità al contempo;
  • crea le condizioni per accedere ad uno spazio interiore scevro da condizionamenti, dove è possibile incontrare l’esperienza nella sua realtà e globalità;
  • favorisce, attraverso un allenamento sistematico sul non concettuale e non cognitivo, un migliore equilibrio tra le facoltà razionali ed intuitive della mente. Questo porta ad una diminuzione dell’uso rigido e difensivo dell’aspetto razionale e a un più immediato accesso a capacità connaturate per accogliere potenziali utili insight;
  • aumenta le capacità di problem solving e di gestione del “not knowing” per affrontare le difficoltà che si incontrano sul percorso
  • aumenta la possibilità di portare contributi illuminanti e idee creative; di uscire dagli schemi abituali e dai condizionamenti; di agire con maggiore competenza ed etica; di gestire situazioni complesse che richiedono lucidità e calma interiore; di saper riconoscere e contenere i livelli di stress.

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